Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza

domenica 21 settembre 2008

Il Dottor Zivago

Voglio inaugurare una nuova sezione dedicata ai libri che quotidianamente leggo. Oggi, puntualmente, ho finito di leggere "Il Dottor Zivago" di Boris Leonidovic Pasternak. Devo dire che questo libro mi è piaciuto molto, anche se inizialmente ho trovato un pò di difficoltà ad imparare tutti i nomi e, soprattutto, i soprannomi che si affibbiavano le persone. Proprio grazie al "Il Dottor Zivago", Pasternak ottenne una vastissima fama internazionale e nel 1958 fu insignito del premio Nobel per la letteratura, che le autorità sovietiche gli imposero di rifiutare. Nel 1965 il regista David Lean trasse dal libro una celebre riduzione cinematografica, interpretata da Omar Sharif e Julie Christie. Il romanzo dell'autore moscovita, uscito in Italia nel 1957, è ambientato in Russia e attraversa gli anni della Rivoluzione d'Ottobre, della guerra civile, dello scontro con i Tedeschi. Il protagonista Jurij Andrèevic, un medico, che cerca di preservare e salvare la propria umanità, la propria capacità di amare, il proprio diritto alla felicità malgrado la tragedia terribile della guerra nella quale viene coinvolto. Alla fine, dopo una breve, illusoria parentesi di serenità, dovrà arrendersi al corso svilente, disgregatore e annichilente della realtà. Di lui resterà un libro di poesie che i suoi più cari amici conserveranno a sostegno e conferma di un loro finalmente ritrovato sentimento di gioia profonda. Il romanzo, pur parlando degli orrori bellici e denunciando la loro assurdità e gratuità, è tuttavia soprattutto una grande storia d'amore. Quella tra Jurij e Lara. I due, accomunati da un animo assolutamente nobile, finiscono per intrecciare indissolubilmente i propri destini, salvo andare incontro ad una separazione tanto lacerante quanto forzata. Un altro tema predominante è la descrizione straordinaria di paesaggi naturali spesso imbiancati dalla neve, un universo illustrato e commentato con una spontaneità, semplicità e leggerezza ammirevoli. Infine, ma non ultimo, sottolineiamo il tema dell'arte. Jurij, ad un certo punto della sua vita, avverte l'esigenza irrefrenabile di cimentarsi con la scrittura, un bisogno intimo che lo accompagnerà fino alla morte assumendo il senso, sia pur gramo, di un riscatto dalla sofferenza. Un'arte che comincia ad essere identificata con il tentativo di superamento del limite ultimo imposto dalla morte attraverso un'opera da affidare alla memoria."Ora, come non mai, gli era chiaro che l'arte è sempre e senza tregua dominata da un duplice motivo. Un'instancabile meditazione sulla morte, da cui instancabilmente essa crea la vita". La fine di Jurij sarà una morte annunciata, quando tutto si è più o meno compiuto. Jurij è consapevole della sua malattia, del suo fisico debilitato anche dalla vita provvisoria, dagli alloggi di fortuna, dai bivacchi che ha abitato da solo o ha condiviso con Lara e dove pure è stato felice.La provvisorietà di una vita condizionata dalla guerra, non cero scelta deliberatamente. In conclusione l'amore, la bellezza della natura, l'arte,lo ribadiamo,sono il nucleo del romanzo di Pasternàk.Non possiamo aggiungere la Storia, e riteniamo sia un bene, anche perchè essa non è "magistra" di niente, se non del fatto che l'uomo è lupo per l'uomo, e che questi è sempre disponibile ad abbandonarsi ad una nuova guerra, ad una nuova violenza. Il che è ampiamente comprovato da quanto continua ad accadere nella nostra "civiltà".
VOTO: 4/5

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